A seguito dell’aumento dei tassi d’interesse, la domanda ancora crescente di immobili ha mostrato segnali di rallentamento soprattutto per le abitazioni di proprietà, con una conseguente lieve frenata anche per la crescita delle ipoteche. Per gli immobili residenziali a reddito, i tassi di sfitto storicamente bassi a causa dell’esigua attività edilizia e degli intensi flussi migratori sono sfociati in una situazione tesa sul mercato delle abitazioni in affitto.
Con l’aumento dei tassi d’interesse è raddoppiata la quota delle nuove ipoteche a tasso variabile (legate al SARON). In caso di aumento dei tassi, i mutuatari interessati sono esposti a un accentuato rischio di tasso e le banche sono esposte a un maggiore rischio di insolvenza.
Anche nel 2023 diversi istituti hanno sovrastimato la sostenibilità dei crediti per i mutuatari, oppure hanno concesso una quota eccessivamente elevata di crediti in deroga ai propri criteri di erogazione (c.d. exception to policy). Ciò non risulta conforme alle disposizioni di autodisciplina dell’Associazione svizzera dei banchieri (ASB). In presenza di anomalie la FINMA ha utilizzato i propri strumenti di vigilanza e, all’occorrenza, imposto fondi propri supplementari.
(Dal Rapporto annuale 2023)